Luoghi d’interesse
«…Quella catena di promontori e di golfi lunati dava l’immagine d’un proseguimento di offerte, poiché ciascun seno recava un tesoro cereale. Le ginestre spandevano per tutta la costa un manto aureo. Da ogni cespo saliva una nube densa di effluvio, come da un turibolo. L’aria respirata deliziava come un sorso d’elisir.»
(Gabriele d’Annunzio da Il trionfo della morte)
Torre Mucchia – nella località omonima nel comune di Ortona, è una torre di avvistamento del XVI secolo, oggi ridotta di dimensione, a pianta quadrata, attaccata a una casa.
Fonte Peticcia: nella località omonima di Ortona, la leggenda vuole risalga al III secolo a.C., quando fu stazione per l’esercito di Annibale Barca, ma l’aspetto attuale è frutto di interventi del XVI secolo, come riporta lo storico locale Giambattista De Lectis, e poi del XIX secolo. È una fontana a muro in laterizio, con due profonde vasche per l’acqua.
Castello Aragonese: si trova sul promontorio di Ortona, rivolto verso il mare. Si presume che la zona in posizione elevata fosse l’arx italica, che poi nei vari secoli del Medioevo venne fortificata, sino al progetto di Alfonso I d’Aragona, che lo rifece nel 1452 circa. Prima della frana del 1946, e dei danni della guerra del 1943, il castello aveva pianta trapezoidale irregolare con quattro grandi torri circolari, con base a scarpa, posti agli angoli, e le mura inframmezzate, nei lati più lunghi nord e sud, da due torricine. Al centro della piazza d’armi sorgeva il palazzo del castelliere, andato distrutto coi bombardamenti.
Cimitero militare canadese del fiume Moro: costruito nel 1945-46 in località San Donato, ospita i sepolcri dei soldati canadesi caduti durante la battaglia di Ortona, combattuta il 21-28 dicembre 1943. Il cimitero è introdotto dalla cappella di San Donato, e si affaccia, attraverso una pineta della località Acquabella, sul mare Adriatico.
Torre del Moro e resi della basilica di San Marco: situati a ridosso del fiume Moro, poco lontano da San Donato, la torre è stata realizzata nel XVI secolo per controllare l’accesso da possibili attacchi pirateschi, dopo i danni del 1943, oggi è quasi completamente crollata. Lo stesso può dirsi della vicina basilica benedettina, antica quanto l’abbazia di Santo Stefano in Rivomaris. Di essa, si presume intatta sino all’attacco turco del 1566, si conservano le mura perimetrali, e le basi di colonne delle tre navate.
Ruderi dell’antico Porto di San Vito (Murata Alta) e chiesa di Santa Maria del Porto: si trova nella Marina di San Vito, i ruderi del porto romano, con fondaci medievali, si trovano in via Lungomare di Gualdo, riscoperti e dotati di segnaletica esplicativa. La chiesa è la parrocchia della frazione Marina, realizzata nei primi anni del Novecento, con interventi negli anni ’50, e si mostra in stile misto, di cui prevale il neo romanico.
Villa Carabba ed Eremo Dannunziano: la prima è una storica villa della famiglia lancianese Carabba, fatta costruire nel tardo Ottocento in stile moresco liberty, che ancora oggi si conserva nello stile originario, con le finestre all’arabesca; l’eremo si trova in località San Fino, ed è una casa di campagna ottocentesca, dove nel 1889 soggiornò il poeta Gabriele d’Annunzio con l’amante Barbara Leoni, ivi seppellita.
San Giovanni in Venere
Abbazia di San Giovanni in Venere
La chiesa risale al VII secolo, costruita sopra un tempio di Venere, che si affacciava sul promontorio estremo verso la costa. Successivamente è stata ampliata nel XII secolo dall’abate Oderisio, e distrutta dalle invasioni Turche nel XVI secolo, tanto che l’interno dovette essere rifatto, ripristinato nello stile semplice romanico solo negli anni ’50. L’abbazia, come citato nel 1173 dalla bolla di Alessandro III, era una delle più importanti dell’ordine benedettino della costa abruzzese, insieme alla coeva Santo Stefano in Rivomaris (Casalbordino), e mantenne il prestigio sino al XVII secolo. Si presenta in stile romanico di derivazione orientale, per lo più siciliana, per quanto concerne i rilievi a motivi geometrici delle tre absidi semicircolari, volte verso il mare. L’abbazia ha pianta rettangolare con la facciata a salienti, decorata dal “Portale della Luna”, in pietra bianca e marmi di diversa derivazione (per lo più materiale di spoglio del vecchio tempio romano), con rilievi delle storie della Genesi e la “Deesis” sulla lunetta, un altro portale a tutto sesto è posto sul fianco volto nell’entroterra, il campanile era una torre, ma oggi si presenta in un rifacimento posticcio; oltre l’ingresso, si trova verso il mare il chiostro porticato quadrangolare, cinto da mura, e la casa dell’abate. L’interno si conserva abbastanza fedelmente, diviso in tre navate da pilastri quadrati, di eccellente è la cripta sotterranea, realizzata con le colonne del tempio romano, e presso le tre absidi si conservano degli affreschi giotteschi e quattrocenteschi, come la Crocifissione, e la Madonna col Bambino tra santi.
Parrocchia di Santa Maria Stella Maris e vecchia chiesa del Carmine: la chiesa principale di Fossacesia Marina risale agli anni ’80, realizzata in cemento armato, con impianto rettangolare irregolare, decorato da una grande statua del Cristo sulla facciata, e dal campanile separato. La seconda chiesa è in stile eclettico liberty, sorge sulla parte alta della Marina, ed è di rado aperta al culto.
Chiesetta di San Michele a Borgata Marina e Cimitero militare inglese di Torino di Sangro: la chiesetta è la principale della zona di Torino di Sangro Marina, eretta negli anni ’90, in stile moderno, con la facciata triangolare, il cimitero militare del Sangro, costruito nel 1946 in contrada Sentinella, per ospitare le salme dei soldati inglesi e non, arruolati nella Battaglia del Sangro (dicembre 1943 – aprile 1944), combattuta nella piana del Sangro, fra Casoli, Gessopalena e Montenerodomo. Possiede un ampio giardino con tombe contrassegnate da un simbolo, tutte uguali nella forma lapidea.
Abbazia di Santo Stefano in Rivomaris
Si trova nella località Santo Stefano nel comune di Casalbordino, vicino alla costa. Fu costruita nel VI secolo, e restaurata nel XII. A causa della distruzione turca nel XVI secolo, la chiesa è rimasta abbandonata, e oggi sopravvivono due pezzi di mura e la parte dell’abside.
Chiesa di Santa Maria Assunta: posta in contrada Termini-Lido Casalbordino, è stata edificata negli anni ’60, seguendo lo schema classico della chiesa rettangolare con facciata piana quadrata, e abside semicircolare. Sopra la facciata in posizione centrale troneggia il campanile a torre.
Basilica della Madonna dei Miracoli: si trova nella località Miracoli di Casalbordino. Fu costruito nel XVI secolo come cappella, in seguito ad un’apparizione mariana ad un contadino nel 1576. Dopo che nel campo fuori Casalbordino, secondo la leggenda, si era abbattuta una grandinata, il contadino corse per constatare i danni, vedendo però la Madonna che ordinò la costruzione di una cappella.
In seguito alla fabbricazione di un’icona della Madonna, anche altri contadini malandati per la peste guarirono, e fu costruito il santuariovero e proprio. Il santuario nuovo fu costruito nel 1824, e rimasto tale sino ai danni avvenuti durante la seconda guerra mondiale. Già qualche decennio prima si era pensato a rifare il campanile a torre, e a costruire l’annesso monastero dei Padri Benedettini. Sentita la necessità di ricostruire un santuario più grande, ricominciata la venerazione dell’icona della Madonna, che era stata incoronata dal pontefice nel 1899, e poi restaurata nel dipinto nel 1954, il nuovo santuario fu ricostruito sopra quello vecchio nel 1961, con nuovo impianto rettangolare, basilicale, a tre navate, e aspetto neo rinascimentale.
Anche Gabriele D’Annunzio ricorda il santuario nel Trionfo della morte (1894), descrivendo la pratica quasi profana e delirante della guarigione dei poveri ammalati e storpi, che si accalcano urlanti presso l’altare.
Faro di Punta Penna
Alto 70 metri, è il secondo faro più alto d’Italia. Costruito originariamente nel 1906, venne distrutto nel 1944 durante la guerra. Ricostruito successivamente con aspetto simile all’originale su progetto di Olindo Tarcione, si presenta attualmente come una slanciata costruzione in muratura in forma di torre, avente base in un centro di controllo, usato in passato come sede della capitaneria di porto, successivamente trasferita in altra sede. Nelle vicinanze del faro si trova la neogotica chiesetta di Santa Maria di Pennaluce. Proseguendo lungo la strada adiacente troviamo, collocata su un promontorio che domina il porto sottostante, la cinquecentesca Torre di Punta Penna, costruita per volere di Carlo V per contrastare le invasioni turche.
Chiesa di Santa Maria Stella Maris: prima chiesa della contrada Vasto Marina, è in stile neogotico, completata nel 1903. Nei pressi si trova la Villa Marchesani, i cui proprietari vollero l’edificazione della chiesa. Dal 1940 al 1943 la ville ospitò il campo di prigionia di prigionieri ebrei, slavi e dissidenti politici, come ricorda una lapide a muro.
Parrocchia della Resurrezione di Nostro Signore: è la chiesa principale di San Salvo Marina, in stile moderno, caratterizzata da uno slanciato campanile a cuspide.
«… una piccola casa rurale composta di due stanze al primo piano e di una stanzetta al piano terreno e di un portichetto; e, accanto, un grande orto d’aranci e d’altri alberi fruttiferi, e sotto il mare gli scogli, una vista interminabile di coste e monti marini, e sopra tutto, una immensa libertà, come un buen retiro di santi anacoreti…»
((Gabriele d’Annunzio, da una lettera a Barbara Leoni))
La cittadina marittima di San Vito Chietino è nota perché nel tratto della Costa dei Trabocchi, nella località delle Portelle, a metà strada tra il centro e Fossacesia, vi è un eremo dove nell’800 vi fu costruita una casa da pescatori, che Gabriele d’Annunzio nel 1889 acquistò e ristrutturò per il suo soggiorno personale assieme all’amante Barbara Leoni.
La casa e l’eremo tutto è chiamata eremo dannunziano, o promontorio dannunziano, ed oggi è un museo privato. Dallo stile architettonico pare essere un tipico edificio della architettura rurale ottocentesca abruzzese. La parte dell’edificio utilizzata dal poeta non presenta elementi di degrado. La pianta è a base quadrata. La facciata sulla piazza è su due livelli con elementi in stile neomedievale lombardo. Al piano terra vi è un porticato che segue il piano superiore di cui la parte centrale della facciata è avanzata al resto dell’edificio. Ai lati vi sono due fornici. Il fronte è in arenaria.[18]
D’Annunzio vi ambientò anche una parte del suo romanzo Il trionfo della morte (1894), in cui il protagonista Giorgio Aurispa giunge nel piccolo borgo sanvitese assieme all’amante Ippolita.
Chiesa di San Matteo in Rocca San Giovanni
Reduce dalla delusione nel paese di Guardiagrele della scoperta della rovina finanziaria della propria nobile famiglia, Giorgio cerca riposo nel mare, e studia il Così parlò Zarathustra di Nietzsche, apprendendo la filosofia del superuomo. Giorgio tuttavia non riesce a fondere il suo pensiero naturalistico e quello superoministico dirompente, e ne fa esperienza dapprima assistendo a scene di superstizione popolare a San Vito, quando si teme che una bambina venga rapita di notte dalle streghe, e quando un ragazzino viene trovato affogato nel mare dalla madre; e poi recandosi in pellegrinaggio nel vicino paese di Casalbordino. Lì, nel santuario della Madonna dei Miracoli, Giorgio Aurispa viene travolto dall’orrore della superstizione dei contadini locali, che si abbassano agli stati più miserevoli, riducendosi a larve, per ottenere il miracolo della Madonna. Oggi sul promontorio sono sorti ristoranti dedicati al poeta di Pescara, e anche un parco pubblico con belvedere, dov’è sepolta l’amante di d’Annunzio: Barbara Leoni.